Il Paradosso Fiscale nell’Era di Serpico e dell'Intelligenza Artificiale
Una riflessione sull'uso delle banche dati come Serpico da parte dell'Agenzia delle Entrate e sul perché, nonostante le moderne tecnologie di controllo, continuiamo a ricorrere a strumenti fiscali obsoleti e demotivanti. Un invito a una maggiore trasparenza e semplicità nella tassazione.
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Edoardo Belli Contarini - LinkedIn
10/31/20241 min read


La notizia di un uso illegale della banca dati Serpico, in dotazione all’Agenzia delle Entrate per scopi privati e a fini di “dossieraggio”, colpisce e lascia perplessi. Eppure, un'altra domanda sorge spontanea: perché si continua a varare strumenti come le sanatorie, il ravvedimento operoso speciale, il riversamento spontaneo, le rottamazioni, il concordato preventivo biennale, e varie forme di tregua fiscale?
Non sarebbe più efficace "convincere" i contribuenti a considerare il pagamento delle imposte non tanto come un sacrificio, ma come un dovere nell'era della trasparenza fiscale e dell'intelligenza artificiale? Se solo il 42% degli italiani paga le imposte per tutti, non sarebbe più logico incentivare un pagamento equo e semplificato per tutti, piuttosto che rincorrere il gettito con istituti sempre più demotivanti e anacronistici?
Il nostro debito pubblico è asfissiante, e il sistema sanitario è al collasso. Perché, allora, quando un ministro ha tentato di riproporre il redditometro, è stato subito messo in difficoltà? Forse dovremmo puntare a una maggiore trasparenza e ad un sistema fiscale che tutti possano rispettare, piuttosto che adottare misure straordinarie e sempre più complesse. In un contesto di interoperabilità delle banche dati e avanzamento tecnologico, la soluzione potrebbe essere un dialogo più chiaro e diretto con i contribuenti.
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